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Un “mondo migliore” contro la “cultura della scarto”
In epoca di globalizzazione, la realtà, spesso drammatica, delle migrazioni va “affrontata e gestita in modo nuovo, equo ed efficace, che esige anzitutto una cooperazione internazionale e uno spirito di profonda solidarietà e compassione”.
Il “mondo migliore” auspicato da papa Francesco “richiede il reciproco aiuto tra Paesi, con disponibilità e fiducia, senza sollevare barriere insormontabili”. Nessun paese, infatti, “può affrontare da solo le difficoltà connesse a questo fenomeno”.
Il Pontefice auspica poi che tale collaborazione “inizi già con lo sforzo che ogni Paese dovrebbe fare per creare migliori condizioni economiche e sociali in patria, di modo che l’emigrazione non sia l’unica opzione per chi cerca pace, giustizia, sicurezza e pieno rispetto della dignità umana”.
Un ulteriore elemento di riflessione è dato dal “superamento di pregiudizi e precomprensioni nel considerare le migrazioni”, laddove spesso il fenomeno delle migrazioni suscita “sospetti e ostilità”.
Una notevole responsabilità nella diffusione di una mentalità diversa, l’hanno i mezzi di comunicazione sociale, i quali devono “smascherare stereotipi e offrire corrette informazioni, dove capiterà di denunciare l’errore di alcuni, ma anche di descrivere l’onestà, la rettitudine e la grandezza d’animo dei più”.
Dalla “cultura dello scarto”, che ha origine da un atteggiamento “di difesa e di paura”, bisogna passare alla “cultura dell’incontro” e i mezzi di comunicazione sono chiamati ad entrare in questa “conversione di atteggiamenti”. (…)
In conclusione papa Francesco ha esortato i migranti e i rifugiati a non perdere la speranza che “anche a voi sia riservato un futuro più sicuro, che sui vostri sentieri possiate incontrare una mano tesa, che vi sia dato di sperimentare la solidarietà fraterna e il calore dell’amicizia!”.
Fonte: www.zenit.org
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