Workshop
Qualche altro frammento dalla Settimana Mondo Unito 2015
Erano metà musulmani e metà cristiani, uomini e donne, di diverse razze, età e provenienza. C’erano solo 6 regole per giocare, stampate sulle facce di un grande dado arancio: play fair, play hard, hang in there, be caring, celebrate, make a difference.
Bahía Blanca, Argentina. Una pioggia di “Fogli nella città” con messaggi positivi messi un po’ ovunque: sui banchi di scuola, sulle porte, negli ascensori, nelle cassette postali, sulle moto, le auto, le bici… L’idea: “Rallegrare la giornata a chiunque e contribuire a diminuire la violenza”, ispirata alla regola d’oro dei libri sacri e di altri testi. Diffusa su WhatsApp e Facebook, l’iniziativa ha coinvolto altri gruppi (scout, ecc.) e suscitato anche opinioni contrastanti, che hanno rafforzato nei ragazzi la determinazione a “scrivere quelle frasi con la vita”.
Los Angeles, California. I Giovani per un Mondo Unito sono andati a servire più di 600 cene ai senzatetto a Skid Row, il posto più povero di Los Angeles.
Vienna, Austria. “Charity soccer tournament for Syria”: circa 20 squadre di calcio iscritte per giocare vivendo il “fair play” come strumento, godendo anche della vittoria gli uni degli altri. Tra le squadre ci sono anche giovani della Siria che abitano a Vienna.
Kinshasa, Congo. Un migliaio di giovani, cristiani e musulmani, hanno manifestato davanti alle autorità civili: sindaci, governatore, deputati, ambasciatori. C’era convinzione (un ragazzino ha invitato da solo 70 amici e ricevuto in anticipo le loro quote di partecipazione). La corsa di circa un’ora, in mezzo al caotico traffico di Kinshasa, aveva come meta Petite Flamme, organizzazione scolastica dei Focolari nel quartiere Ndolo che offre a tanti ragazzi la possibilità di costruirsi un futuro nel proprio Paese senza dover emigrare. Altri giovani hanno corso nell’instabile regione dell’est, a Bukavu, Kikwit e Goma.