Workshop
Pietro, Chiara e Matteo: Scuola di Partecipazione di Torino
Siamo al nostro secondo anno di scuola e se durante il primo ci siamo focalizzati preferenzialmente sulla realtá torinese, quest’anno abbiamo rivolto lo sguardo anche a quella nazionale e internazionale.
Le nostre lezioni hanno trattato diverse tematiche, dall’economia civile, alle politiche rivolte alla persona, dall’etica del bene pubblico alla responsabilità sociale e dell’agire politico.
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Alcune tappe hanno segnato particolarmente il nostro percorso. Tra queste un laboratorio insieme a tre giovani impegnati in politica in tre schieramenti diversi, con i quali abbiamo dialogato sull’importanza di questa loro vocazione. Oppure la rilettura della tematica del bene comune come risultato di un processo della costruzione di fiducia reciproca, elemento necessario per la sopravvivenza della comunità.
Ci siamo aperti anche al resto della cittadinanza per offrire spunti di dialoago e riflessione sull’Unione Europea che a volte è percepita come complessa e distante, ma di cui siamo cittadini con diritti e doveri.
Abbiamo poi organizzato una serata sulla multiculturalità per riflettere insieme sulle complessità, ma sopratutto sulle ricchezze delle diverse culture in un mondo sottoposto a sempre maggiori rischi di conflitti su base etnica o religiosa.
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Tutto questo ha dei risvolti pratici che ci vedono protaginisti come gruppo nel curare le ferite della nostra società. Abbiamo stretto un legame di dignità con i senza fissa dimora di un picolo dormitorio della città di Torino. Siamo inoltre stati tra i promotori dello Slotmob, un’iniziativa nazionale per valorizzare la scelta di quegli esercenti che hanno detto di “NO” alle slot machine.
Tutt’ora ci stiamo mobilitando per trovare una prima risposta alla disaffezione dei cittadini alla cosa pubblica proponendo al nostro comune di realizzare brevi e chiare comunicazioni istituzionali usufruendo degli schermi presenti nel circuito della rete urbana.
Affrontare tutte queste tematiche ci ha permesso di cogliere (per citare Chiara Lubich) come la politica “sia un atto di fraternità: la necessità di scendere in campo per un qualcosa di pubblico, che riguarda gli altri, volendo il loro bene come il proprio”.
Alla luce di questo, ciascuno di noi si impegna a vivere ogni giorno in questo solco tracciato da Chiara.