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“Strumenti di pace per un cuore spezzato”
Di Giovanna Pieroni
Condividiamo la storia di Trésor, giovane della Repubblica Democratica del Congo. Una vita trasformata grazie al progetto “Petite Flamme”.
Trésor nasce in un villaggio alla periferia di Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo. Una zona che conflitti armati, crisi climatica e alimentare, aggravate dalla pandemia, rendono una delle aree più critiche al mondo. Per i bambini di Kinshasa la mancanza di accesso all’acqua potabile, ai servizi igienico-sanitari sono causa di elevata mortalità infantile. L’accesso all’istruzione è davvero difficile. Tuttavia il padre di Trésor è riparatore di aerei e questo gli consente di frequentare la scuola nel comune di Barumbu. Trésor, il maggiore di 6 figli, è fortunato in un certo senso rispetto agli altri bambini. Purtroppo però a causa di una grave malattia, il padre muore e la madre, che deve reggere il pesante carico familiare, cede agli stenti. In sostanza Trésor resta in breve tempo orfano di entrambi i genitori.
Ha solo 13 anni di età, ma è come se la vita fosse finita… Oltre all’inconsolabile dolore di perdere i suoi punti di riferimento, è anche l’inizio di una discesa verso la disperazione più profonda e la miseria. I suoi 5 fratellini accusati di stregoneria sono cacciati dalla famiglia allargata. Trésor è accolto in casa da uno zio, ma si sente solo, diffidente verso tutto e tutti: «A volte, c’era qualcosa da mangiare ma non avevo appetito perché pensavo ai miei fratelli: avranno trovato qualcosa da mettere sotto i denti? E pregavo Dio che li proteggesse. Una persona vive finché sente che la sua vita ha un senso e che è utile per qualcosa… Io mi comportavo come un morto vivente. Se la natura mi avesse dato la forza di scomparire e la possibilità di riapparire dove sono i miei genitori, lo avrei fatto, semplicemente per dire loro: mi manchi, mamma, mi manchi papà».
Un giorno, prima dell’inizio dell’anno scolastico, qualcuno bussa alla porta e, per Trésor, la vita inizia a cambiare. «A volte — commenta — ci chiediamo se la vita ha un senso, ed è allora che incontriamo esseri che danno senso alla vita». Viene coinvolto nel progetto Petite Flamme, che si occupa dei bambini di famiglie povere e orfani: «Per me è stato l’inizio di una storia che ha cambiato la mia vita e il mio modo di vedere il mondo, dopo un periodo di pianto, solitudine e sfiducia».
La signora Aga Kahambu, che coordinava il progetto, gli ha voluto bene come una madre. «Con Aga ho iniziato a condividere i miei problemi, le ho raccontato dei miei fratelli e così anche loro hanno potuto essere aiutati; ho ricevuto consigli da lei che mi hanno guidato nella vita e che condivido anche io oggi con chi sta attraversando un momento difficile».
Il progetto Petite Flamme di Barumbu
Petite Flamme è un’opera sociale avviatasi nel 1996 per iniziativa di un gruppo di persone appartenenti al Movimento dei Focolari con l’obiettivo di provvedere ai bambini svantaggiati della provincia di Kinshasa e, in particolare, nel comune di Barumbu, fornendo loro istruzione, alimentazione, assistenza sanitaria e sostegno ad alcune famiglie in condizioni di estrema povertà, anche grazie al programma di sostegno a distanza di Azione Famiglie Nuove. Con il passare del tempo, i bisogni si sono ampliati e le classi scolastiche si sono aggiunte, di anno in anno, secondo le richieste della comunità.
Oggi Petite Flamme, riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione, comprende, oltre a sette scuole (cinque a Kinshasa, una a Kikwit e una a Idiofa), anche un centro di formazione professionale e di istruzione di base situato a Kingabua, frequentato da giovani donne in difficoltà. In ventisei anni di attività, il progetto, in questa zona così difficile, ha accompagnato migliaia di bambini nel loro percorso scolastico e formativo strappandoli dalla strada dove rischiano di cadere nella rete della delinquenza, della prostituzione o di essere reclutati per combattere.
La nuova vita di Trésor
Ritrovata un po’ di pace e la speranza che la vita avesse ancora in serbo qualcosa di buono per lui, Trésor ricomincia a studiare. Con grande determinazione, va avanti negli studi e diventa il primo bambino di Petite Flamme che si iscrive all’università e consegue il Diploma di Laurea in Matematica e Scienze Informatiche, aprendo la strada a tanti altri ragazzi che seguono il suo esempio luminoso.
Trésor ha scelto di restare a Kinshasa per mettersi al servizio degli altri nella sua comunità, facendo propria la missione di aiutare i bambini vulnerabili e in difficoltà a cui insegna matematica, francese, informatica, cultura generale. Dopo la visita al progetto da parte dello staff di AFN, nel 2017, ha inoltre deciso di imparare l’italiano e collaborare per il servizio di corrispondenza con i sostenitori del programma di sostegno a distanza.
«Se tratti un individuo così com’è, egli rimarrà quello che è, — conclude Trésor — se lo tratti come se fosse quello che potrebbe essere, allora ha la possibilità di diventarlo. Non appena arrivato al Petite Flamme sono stato trattato come una persona grande, responsabile, la gente mi considerava e mi parlava con amore, per me era un segno di considerazione che queste persone vedevano in me un vero leader e mi hanno aiutato a diventarlo».
Trésor è stimato e amato dai bambini. È un grande educatore e leader a tutti gli effetti, avendo tra l’altro acquisito anche il diploma di “Eco For Leaders”, presso il Sophia University Institute per il contrasto a tribalismo, corruzione e i conflitti sociali.
Dalla sua vita ha tratto un libro, in attesa di pubblicazione, intitolato “Frutto del vero amore”. Lo ha scritto per ringraziare tutti coloro che lo hanno accompagnato con affetto sincero e competenza, che egli chiama “strumenti di pace per un cuore spezzato”, e sottolineare che è sempre possibile ricominciare, grazie al sostegno di una mano amica.
Questa mano può essere quella di ognuno di noi che decide di non restare indifferente al grido di chi è nel bisogno. Quello che succede dopo, può essere semplicemente straordinario.
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