Workshop
VOCI | POLONIA: 100 giorni di accoglienza
Chi scrive è Katarzyna Wasiutynska di Cracovia, che sta seguendo da vicino, per il Movimento dei Focolari, l’accoglienza dei profughi ucraini in Polonia. Attraverso la sua voce, cogliamo il quotidiano di un’accoglienza perseverante e mai scontata, che parla di fraternità tra persone e popoli.
Di Katarzyna Wasiutynska
Ormai fra una settimana arriveremo ai 100 giorni della guerra fra Russia e Ucraina. Purtroppo è diventata, contro tutte le nostre speranze, parte della nostra vita quotidiana. Non vorremmo mai abituarci alle immagini di violenza e morte, mentre impariamo passo dopo passo a rendere naturale la convivenza fra nazioni diverse e la solidarietà.
I nostri amici ucraini di rito orientale festeggiano la Pasqua una settimana dopo quella cattolica e quest’anno, in Polonia, ne abbiamo visti tanti camminare per le strade con dei cestini da benedire per il pasto solenne di domenica mattina. Gli abitanti della Mariapoli Fiore (cittadella del Movimento dei Focolari in Polonia) sono stati invitati alla festa dai rifugiati alloggiati nella cittadella, mentre Asia e Jacek, la famiglia che gestisce il Centro Unità a Cracovia, hanno ricevuto di sorpresa due cibi tipici della Pasqua ucraina: “cholodec” e “Pasqua”.
Il denaro raccolto dall’Associazione Fiore, oltre a coprire le spese ordinarie legate all’accoglienza dei profughi, servono anche a scopi educativi: sono ormai quattro i gruppi che partecipano al corso di lingua polacca, cinque giorni alla settimana. Alcuni bambini seguono il programma della scuola ucraina, aiutati da una maestra, la signora Walentyna. A questo scopo, è stata rinforzata la rete internet in alcuni posti della cittadella.
Preziosa è la collaborazione con altri paesi, ad esempio, con l’Italia. Continuano i viaggi degli autisti della comunità Nuovi Orizzonti, con una sosta nel focolare maschile a Katowice, per portare da loro alcune famiglie ucraine. Sappiamo di tre famiglie che si trovano attualmente a Loppiano.
Ultimamente sono venute da noi anche due giovani italiane, con il desiderio di aiutare in modo concreto chi è fuggito dalla guerra. Sara e Paola hanno organizzato sia al Centro Unità a Cracovia, sia nella Mariapoli Fiore, dei workshop di arte terapia. È stata una festa di amicizia, emozioni, colori, speranza in mezzo al dolore: un’esperienza indimenticabile per tutti i partecipanti! Sono nati dei lavori molto belli (vedi le foto).
Ecco qualche parola dei protagonisti:
«Grazie per questo incontro meraviglioso, pieno di calore ed emozioni positive. Abbiamo avuto l’occasione di unirci con altri ucraini, sentirci a vicenda, esprimere i nostri sentimenti e pensieri, la nostra speranza e fede in una pace vicina nella nostra patria. Siamo molto grati a tutti i polacchi che ci aiutano qui tutto il tempo, e ci sostengono. Un grazie a Sara e Paula che hanno organizzato questa festa! Con affetto!», Yuliia.
«È stato un momento indimenticabile. Per alcune ore ci siamo immersi nelle attività di arte terapia. Abbiamo dipinto, abbiamo espresso i nostri sentimenti sulla carta. C’erano persone di tutte le età, persone anziane e giovani, mamme con bambini. Nei nostri disegni abbiamo visto qualcosa in comune: tutti vogliamo un cielo azzurro e sereno sopra le nostre teste e tutti desideriamo tornare nelle nostre case, riunirci alle nostre famiglie, con i parenti. Queste attività sono state preziose per le nostre emozioni e per la pace interiore. Grazie alle terapiste di essere venute e di essere state con noi. Vogliamo approfittarne per dire un immenso grazie ai polacchi per la loro cura e il sostegno! Hanno aperto del tutto le loro braccia. Che vincano la pace e l’amore!!!». Tetiana e Nina
«Una sera ho saputo che una ragazza dell’Ucraina sognava una Barbie. Sapevo che il giorno dopo sarebbero venute da noi alcune ragazze. Allora, ho scritto a loro di questo suo sogno. Ho aggiunto che ci sono altre due ragazze ucraine della stessa età. Quella sera mi hanno risposto di avere già una Barbie a disposizione e la mattina seguente ne hanno trovate subito altre due. Poi, ho capito che è stata la bambina più piccola di sei anni a regalare le sue Barbie. Ho invitato anche le bambine più piccole, per dare a lei la possibilità di venire. L’aveva desiderato tanto! C’era una grande gioia». Ania
Dal 6 al’8 maggio, per concludere la Settimana mondo unito, i giovani del Movimento dei Focolari hanno organizzato nella cittadella Fiore dei giochi e attività comuni con i bambini accolti lì e in una struttura vicina.
Ci confida Joasia che aveva animato dei workshop d’improvvisazione teatrale: «È stato molto bello condividere i nostri talenti, così diversi. Nonostante la stanchezza mi ha colpito l’armonia e la soddisfazione di quanto abbiamo fatto. Spero non sia un’attività di una sola volta». E Alek prosegue: «Quello che mi succede è tutto espressione dell’amore di Dio per me, anche se non lo capisco e spesso mi supera. Così, ho cercato di vivere questi giorni a Fiore, amando al 100% nell’attimo presente: nei giochi d’integrazione con i bambini dell’Ucraina, nella partita di calcio, nei lavori di sistemazione intrapresi insieme. Dopo aver amato così ho ricevuto ancora di più: i sorrisi delle famiglie ucraine, il cibo buono da portarmi a casa e anche la riparazione immediata del mio portatile quando ho menzionato un piccolo problema a un altro giovane! Grazie davvero!».
Non sappiamo dove ci porterà tutti questa storia così inaspettata e assurda. Fra i rifugiati (sono ormai entrati in Polonia più di 3 milioni 600 mila Ucraini, prevalentemente donne e bambini) c’è chi ha già deciso di tornare in patria, chi ha trovato possibilità di lavoro e alloggio in altri paesi lasciando la Polonia e anche chi pensa di rimanere per il momento dalle nostre parti. Ogni opzione porta con sé l’insicurezza. Ma si cerca di vivere quell’attimo che va, portando il bene di cui siamo capaci oggi: preparando i “pierogi” (dei ravioli ripieni di patate e ricotta tipici della cucina polacca) che riscontrano sempre grande entusiasmo, imparando la lingua gli uni degli altri, passando il tempo libero insieme… Cercando di salvare lo spirito di famiglia, che è così importante per ritrovare la ragione di vivere e di credere ancora in un futuro felice.