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Una luce in rete

 
28 Novembre 2024   |   Argentina, cittadinanza digitale, Faro Digital
 
Gilles Lambert_Unsplash
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Costruire una cittadinanza digitale responsabile: ecco l’obiettivo di Faro Digital, un’ONG nata nel 2015 le cui iniziative si rivolgono principalmente alle nuove generazioni.

Lo sviluppo di Internet e le tecnologie che permettono l’espansione del mondo digitale sono certamente strumenti in grado di contribuire a trasformare la realtà, ampliare le conoscenze personali e creare reti di contatti. Allo stesso tempo, però, è fondamentale prendere coscienza dei rischi che derivano dal loro uso e che possono sfociare in varie forme di violenza, per poterli utilizzare in maniera responsabile e critica. Proprio per questo è nata Faro Digital, un’ONG che studia gli usi, le abitudini e il rapporto dei cittadini con le tecnologie digitali. Creata nel 2015 e attiva in Argentina e Spagna, ha per missione di educare attraverso workshop, laboratori e corsi di formazione, di comunicare mediante campagne e concorsi e di condurre ricerche sul campo per la costruzione di una cittadinanza digitale positiva.

Ne parla così Ezequiel Passeron, direttore esecutivo di Faro Digital in Argentina, spiegando che l’idea alla base dei laboratori è sensibilizzare ai rischi di Internet ma anche alle opportunità offerte da un suo corretto utilizzo. L’ONG ha una missione sociale chiara: avvicinare tra loro le diverse generazioni, costruendo ponti tra giovani e adulti. Per questo, anche se i protagonisti e i destinatari principali delle loro attività sono bambini, adolescenti e giovani, considerano fondamentale il lavoro di accompagnamento, crescita, comprensione e aiuto svolto dagli adulti.

L’idea di lavorare con questa specifica fascia di età deriva dalla costatazione che le attuali giovani generazioni sono le prime a essere nate già immerse nel mondo digitale, e che perciò è importante contestualizzare la tecnologia. Come afferma Ezequiel, non si può negare l’importanza di Internet nelle loro vite, nei loro legami affettivi e nelle loro aspirazioni, ma occorre anche analizzare i processi e le situazioni che si vivono nella sfera digitale.

È per questo che anche le problematiche sono diverse a seconda dell’età e dell’uso che si fa dei dispositivi. “Con i bambini della scuola primaria affrontiamo temi come il bullismo, il cyberbullismo, le loro prime esperienze sui social network e la protezione della privacy”, spiega Passeron. “Con i giovani della scuola secondaria, invece, lavoriamo su argomenti come il grooming (abuso sessuale su internet), la diffusione di immagini intime senza consenso e la pratica sicura del sexting e, infine, la costruzione dell’identità digitale”, aggiunge. Da uno studio condotto con gli studenti, Faro Digital ha scoperto che nella maggior parte dei casi i ragazzi associano la violenza digitale al cyberbullismo, ma non percepiscono problematiche come la diffusione di immagini senza consenso o la violenza di genere come violenze digitali, sebbene destino la loro preoccupazione. Infine, spiega, “con le famiglie o gli adulti in generale ci concentriamo, partendo dal livello base, sull’introduzione alla tecnologia digitale dei più piccoli, fornendo linee guida per l’uso e il controllo dell’accesso a informazioni non appropriate”.

Il mondo digitale, e forse più precisamente i social network, sono diventati una specie di sistema nervoso della società. Perché proprio lì le emozioni esplodono senza filtri, e con quali conseguenze? Spiega Passeron: “I social spesso sono lo specchio di ciò che accade nella nostra società. Se viviamo in un contesto in cui prevalgono le emozioni violente, è prevedibile o logico che queste si riflettano negli spazi di comunicazione e socializzazione online. A ciò si aggiunge la particolarità di queste tecnologie: essendo processi comunicativi mediati da schermi, non è raro che negli scambi digitali vi sia una mancanza di empatia con l’altro, proprio perché non ci si trova faccia a faccia e non si ha contezza dell’effetto che un commento, un post o un messaggio può provocare in un amico, conoscente o interlocutore”.

Secondo il manager di Faro Digital, poi, le emozioni vengono a galla sui social perché questi sono usati come strumenti di comunicazione tra pari. “È per questo che dobbiamo lavorare molto alla formazione delle nuove generazioni con un approccio umanistico e sociale, che prenda in considerazione le emozioni dei ragazzi e delle ragazze, anche su Internet”, spiega.

In questo senso, l’ONG porta avanti con l’UNICEF e la Provincia di Buenos Aires il programma “Convivenza Digitale”, una proposta incentrata sulla costruzione dell’identità e sulle relazioni ed emozioni umane, che mira a educare le nuove generazioni ai valori, a ridurre il divario generazionale e informatico e a garantire il rispetto dei diritti umani.

Ma questo è solo uno dei progetti ideati da Faro Digital. Insieme a grandi aziende come Movistar, Telefé o Avón, l’ONG ha avviato iniziative di ricerca, comunicazione e formazione. Tra queste vi è “Soy Digital” (“Sono Digitale”), realizzata in collaborazione con Facebook e volta a sensibilizzare giovani, imprenditori sociali e/o professionisti all’uso creativo e produttivo di Internet.

Anche i vari laboratori offerti da Faro Digital hanno un forte impatto. “I laboratori sull’uso responsabile sono i più richiesti dalle scuole, per via della forte domanda dei docenti, ma anche delle famiglie, che desiderano dare risposte alle problematiche sociali che oggi si riflettono in rete”, commenta Passeron. E sottolinea: “Osserviamo la necessità di analizzare le sfere digitali in assenza di spazi istituzionali per farlo. Sono dibattiti molto ben accolti dai giovani, che hanno così l’occasione di riflettere, forse per la prima volta, sulle proprie pratiche e le loro conseguenze. Costatiamo grande stupore, disinformazione e fascino per l’argomento.”

Faro Digital mira a fare chiarezza su un universo che si sta aprendo alla società portando con sé una grande ricchezza ma anche aspetti molto delicati. Perciò è necessario imparare a usarlo, essendo consapevoli del suo potenziale, dei suoi limiti e dei rischi a esso connessi.

Ezequiel afferma: “Siamo convinti che non tutto nella vita avvenga su Internet, ed è per questo che riteniamo necessario offrire informazioni e consigli e co-creare strategie che ci consentano di operare al meglio in questi ambienti digitali. Considerarli uno spazio pubblico e sociale al pari di altri è la base per iniziare a costruire una cittadinanza (digitale)”.

Per saperne di più: www.farodigital.org

Articolo pubblicato sul numero 613 della rivista Ciudad Nueva.

https://ciudadnueva.com.ar/una-luz-en-la-red/

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