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Ruth Milgram, una vita spezzata dal nazismo e ricostruita in America: “A 93 anni mi è stata restituita la mia patria”

Ruth Milgram, 94 anni, sopravvissuta alle persecuzioni naziste, racconta il suo viaggio dall’inferno della Germania hitleriana alla rinascita negli Stati Uniti: “A 93 anni mi è stata restituita la mia patria”.
(da New York) “Siamo arrivati al molo 52 di New York, il primo aprile del 1938. Mio padre aveva in tasca 4 dollari e 35 centesimi, ma eravamo vivi e volevamo restarci”. Ruth Milgram aveva sette e mezzo quando approdò negli Stati Uniti per scampare alla persecuzione nazista, assieme alla mamma e al papà, lasciandosi alle spalle la sua patria, la Germania, ma anche i nonni e le zie, che non avrebbe rivisto perché in tre sarebbero morte nel rogo del ghetto della loro città… Ruth, ebrea di origine tedesca, 94 anni – età che non pensava di raggiungere – vive in una casa di riposo, a New Providence in New Jersey, a circa un’ora di distanza da New York, dove l’ho incontrata proprio alla vigilia del giorno della memoria. Nata nell’ottobre del 1930 ad Heidelberg, città tedesca sede di una delle università più prestigiose del Paese che aveva vantato tra i suoi docenti il filosofo Friedrich Hegel, il sociologo Max Weber, lo scienziato Dmitri Mendeleev e la filosofa politica Hannah Arendt, Ruth aveva respirato la genialità accademica dei colleghi del padre: ebreo di origini polacche che insegnava fisica nell’ateneo e parlava con scioltezza nove lingue.
I Milgram vivevano a Mannheim, nel 1933, quando ricevettero a casa la prima visita della polizia nazista. Nella cassetta della posta del loro palazzo era stata trovata una cartolina con epiteti particolarmente offensivi verso Adolf Hitler e i primi ad essere accusati per vilipendio furono proprio i suoi genitori.

“Vennero prelevati da casa alle otto del mattino e portati in una caserma, dove gli fecero ricopiare centinaia di volte la cartolina, prima di ammettere che la loro calligrafia era totalmente diversa dall’autore. Rimasero rinchiusi un giorno e mezzo e io rimasi da sola a casa. Avevo appena tre anni”.