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Abraham, Messico: Io credo che un mondo unito è possibile

 
2 Luglio 2015   |   , ,
 
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Spesso il popolo decide di manifestare e il Governo sta perdendo credibilità in una forte crisi economica e sociale.

Io abito nella Città del Messico dove ogni giorno si presenta una nuova sfida, ciò nonostante io credo in un mondo unito e nell’ideale della fraternità universale.

Perciò so che il cambiamento devo iniziarlo da me stesso, non aspettarlo dagli altri, neanche dalle autorità.

Parecchie volte mi hanno offerto di provare droga o mi hanno derubato, e a questo ho avuto la pace e la forza di rispondere anche con un sorriso. Tempo fa mentre tornavo a casa dopo la scuola si è avvicinato un ragazzo per chiedermi una sigaretta; allo stesso tempo sono arrivati i carabinieri per prenderci. Lui aveva droga in tasca e io solo i libri nello zaino. Hanno cominciato a picchiarlo mentre l’altro poliziotto mi ha messo una pistola in testa e mi domandava dove avessi la droga. Quando loro sono andati via, ho aiutato questo ragazzo ad alzarsi, gli ho dato i pochi soldi che avevo e lui mi ha dato un abbraccio e mi ha detto: sai che con questi soldi oggi mangerà la mia famiglia? Mi sono accorto che queste persone hanno bisogno di qualcosa che a loro manca, o semplicemente sono cresciute in una famiglia o in una società difficile. Un piccolo atto di amore sprigiona una forza grandissima e non sappiamo fin dove può arrivare.

Nonostante l’impotenza, voglio provare a vedere il mio vicino di casa e le persone che trovo per la strada con occhi nuovi e con altri amici, voglio dare un contributo concreto: perciò il 20 marzo giovani di diverse organizzazioni si sono trovati al Senato Messicano per svolgere una giornata con i politici sul dialogo, molto importante in un mondo che vuole ascoltare.

Io credo che un mondo unito è possibile.


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