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Camas, molto più di una biblioteca

 
26 Agosto 2019   |   Spagna, Città, Biblioteca comunale Camas
 
Di Cristobal Guerrero Guedel.

Arriva in redazione una lettera di Cristobal Guerrero, spagnolo, con la sua testimonianza di fraternità nella città.

Mi chiamo Cristobal, sono nato nel sud della Spagna, ad Arcos de la Frontera (Cádiz). Quando avevo 12 anni mi sono trasferito con la mia famiglia a Siviglia, e negli anni dell’università, da alcuni compagni, ho conosciuto l’ideale della fraternità.

Mi attraeva poter vivere il Vangelo concretamente, accorgermi che quelle parole erano piene di vita; un messaggio di Chiara Lubich, in particolare, rivolto a noi giovani di quel tempo, mi ha colpito profondamente: “Dare la vita per la propria gente”, spenderla per chi vive accanto a noi.

Era uno stile di vita che mi permette ancora oggi di essere ciò che sono, cioè libero, potendomi riconoscere negli altri e sentirmi riconosciuto come un fratello.

Da allora, ovunque mi sia trovato, al lavoro, nella famiglia, nella parrocchia, nella città, ho sempre cercato, con tutti i limiti, di testimoniare l’unità come realtà vivibile e concreta.

Stavo vivendo con queste parole nel cuore, quando ho cominciato a lavorare come responsabile della biblioteca comunale di Camas, città vicino Siviglia. Era il 1982, avevo 27 anni.

Ho iniziato a lavorare mettendomi in ascolto della comunità alla quale prestavo servizio, identificandomi il più possibile con essa, pensando alla biblioteca come un luogo aperto a tutti, attraente e piena di vita.

Una biblioteca infatti, luogo di cultura, acquista il suo senso più pieno se è aperta alla città e al vissuto dei suoi abitanti. La cultura costruisce l’identità di un popolo, contribuisce alla sua vita concreta.

Parlare della biblioteca di Camas, quindi, è parlare soprattutto di persone, anche dei bambini che ne sono i protagonisti. Attraverso di loro, sono arrivati in biblioteca i genitori, ma anche i professori che facevano parte dei vari movimenti di rinnovamento pedagogico di allora.

Col tempo si sono formalizzati rapporti con altre strutture comunitarie, con scuole, con professionisti della salute, parrocchie, confraternite, varie associazioni civili, e si è generata una biblioteca che è casa di tutti, che è servizio per tutta la comunità.

Ecco perché è nato il progetto “Passione per Camas”, grazie a una richiesta della più antica confraternita della città, la Confraternita Sacramentale, di elaborare un programma “culturale” in occasione di un particolare evento della città.

Abbiamo iniziato un cammino di analisi, per “prendere le misure della città”, andando a scoprire le criticità, le difficoltà dei quartieri, le situazioni di crisi, le sfide, le potenzialità di ogni luogo.

Ci siamo accorti della necessità di dare speranza in tanti contesti dove c’è scoraggiamento, frattura sociale, mancanza di un progetto comune. La sfida è stata quella di superare una struttura urbana di quartieri a sé stanti, in cui ciascuno faceva vita propria.

Abbiamo tentato di invertire la rotta, intraprendendo percorsi di comunione e di mutuo accordo.

Si è creato un comitato d’azione sociale per affrontare le situazioni di disagio, mancanza di lavoro, povertà. Sono stati coinvolti i rappresentanti delle tre Caritas parrocchiali, le “cinque borse di carità” delle Confraternite, la Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli, associazioni, tre parroci, il sindaco e altri delegati cittadini.

Gli incontri “culturali” ci hanno permesso di conoscere progetti per creare occupazione, elaborando una mappatura delle risorse comuni per un’azione più ordinata.

La “borsa della carità” di una confraternita, al conoscere i vari bisogni di una Caritas di un altro quartiere, ha deciso di collaborare mettendo a disposizione alimenti e altro materiale.

Si è anche organizzato un luogo di raccolta di cibo e vestiario comune a tutte le forze impegnate su questi fronti.

Ho avuto il dono di conoscere di più la mia città, di poterla “leggere”, ascoltare le sue voci e fabbisogni, e quindi sognarla secondo la fraternità.

Ogni piccola azione dalla biblioteca aiuta a dar vita ad una cultura nuova che trasforma la città, il quartiere, la strada dove abitiamo. È necessario crederci.


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