United World Project

Workshop

Costruire strade per costruire comunità

 
16 Ottobre 2020   |   El Salvador, #daretocare, Y4UW
 

Per questa storia #DareToCare ci trasferiamo nello stato di El Salvador, in America Centrale, dove le grandi disuguaglianze socio-economiche si riflettono nel completo abbandono dei villaggi urbani e rurali. Ma anche lì, dove tutto sembra scarseggiare, qualcosa comincia ad emergere: il senso di comunità e la cura per gli altri.

Pajigua è una città situata nella parte orientale di El Salvador. Le sue strade sono tutte fatte di terra, e camminare attraverso di esse fa parte della routine della ventottenne Elizabeth Granados.

Dove vive, non è mai passato un autobus. Per lei, come per il resto dei membri della comunità di Pajigua, la vita è trascorsa nel trasferimento dalla campagna alla città e dalla città alla campagna. Ricorda che, da piccola, doveva camminare per due ore e mezza per andare a scuola.

Cosa c’è di così speciale in questa città dove anche i servizi essenziali non sono garantiti? Per rispondere alla domanda abbiamo intervistato lei, “Eli”, come la chiamano i suoi amici.

Per poter partecipare alla nostra chiacchierata, Eli ha dovuto spostarsi e camminare per almeno un’ora, per trovare il segnale internet. Quando risponde, il suo tono di voce trasmette felicità, il suo atteggiamento è vibrante e lo trasmette immediatamente.

Ma non solo la sua voce è energica, lo sono anche la sua vita e le tante attività che svolge. Eli non sa esattamente da dove cominciare per dirci cosa fa… Chiarisce che non le piace assumere il ruolo di protagonista. Ma alla fine, decide di partire dall’inizio:

“Molti anni fa, camminando per le strade del mio villaggio, sognavo di avere una casa che potesse ospitare molti bambini. I bambini erano felici, potevano studiare, mangiare e fare molte attività. È da lì che è iniziato tutto”.

Sebbene l’istruzione e l’alimentazione siano diritti umani fondamentali per ogni persona, in molti paesi dell’America Latina diventano un privilegio. Secondo i dati delle Nazioni Unite, in El Salvador solo 6 bambini su 10 finiscono la scuola e 1 su 6 soffre di malnutrizione cronica. Di fronte a condizioni di vita così miserevoli, soprattutto nelle zone rurali, molti giovani scelgono di emigrare negli Stati Uniti. “Qui i bambini crescono con l’idea che quando raggiungono l’adolescenza l’unica possibilità che hanno è quella di lasciare il Paese”, dice Eli. Attualmente, 2,2 milioni di salvadoregni vivono negli Stati Uniti.

Il sogno di bambini felici, con migliori opportunità e condizioni più dignitose, ha ispirato Eli ad iniziare un percorso, partendo da piccoli gesti.

Alcuni anni fa, ha cominciato con l’idea di riunirsi con diversi bambini e giovani per leggere una frase del Vangelo, da vivere per un mese. Tra i giovani che partecipano a questo gruppo, alcuni fanno parte di bande e organizzazioni criminali, ma quando sono nel gruppo, sono diversi, si sentono parte di qualcosa, di una famiglia che li accoglie senza giudicarli.

Arrivano anche altri che, come Eli, si mettono in gioco, senza timore di “sporcarsi le mani” per i bisogni della comunità e, nell’anno in cui tutti siamo stati chiamati a chiuderci in casa, a causa della pandemia, a Pajigua è successo il contrario: le porte della fraternità si sono spalancate.

A maggio, hanno iniziato con la raccolta di cibo e generi di prima necessità per i più poveri, gli anziani e i più vulnerabili. A giugno, Eli e suo fratello hanno iniziato a posare pietre in una delle strade sterrate della regione. Mentre estraevano le pietre dal fiume e costruivano la strada, sempre più membri della comunità sono stati contagiati dal loro entusiasmo e hanno deciso di collaborare. “Per noi non si trattava solo di pavimentare le strade, ma di creare l’idea che, lavorando insieme, possiamo migliorare la comunità”, spiega Eli.

Le iniziative non si sono fermate. Ogni settimana nascono nuove sfide, che sono accompagnate da risposte creative.

A luglio, per commemorare la Giornata della Terra, insieme ai bambini e ai giovani hanno raccolto i rifiuti di plastica del territorio. Oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla cura della casa comune, la plastica è stata venduta per il riciclo.

Quello stesso mese, hanno saputo che una famiglia della comunità era stata costretta a lasciare la casa dove vivevano per ordine di un giudice, poiché non era di loro proprietà. Quando hanno visto che i quattro membri della famiglia erano rimasti senza tetto, hanno realizzato un video in cui raccontavano la loro situazione e chiedevano delle donazioni per costruirgliene una. In poche settimane, sono cominciate ad arrivare le donazioni dal Messico, dagli Stati Uniti, dal Brasile, dall’Italia e anche da El Salvador. Attraverso una piattaforma creata su Internet, hanno partecipato più di 140 donatori. Molti di loro hanno collaborato alla costruzione della casa, di cui attualmente è costruito il 60%.

Parallelamente, si sono aperti altri fronti: come il caso di una famiglia che dormiva sul pavimento perché in condizioni di estrema povertà. Vedendo questo, Eli ha attivato le reti di aiuto e collaborazione e, in pochi giorni, sono arrivati i fondi necessari ad acquistare i materassi per tutti.

Poi, in agosto, Eli ha incontrato Josué, un ragazzo che sognava di andare in bicicletta. Tra la spazzatura, Josué ne aveva trovata una parte. L’aveva presa e l’aveva completata utilizzando un ramo d’albero a cui aveva dato la forma di una bicicletta. Commossa, Eli ha cercato aiuto per comprargli una nuova bici.

Confessa che la maggior parte dei contributi che riceve provengono dai cittadini di Pajigua emigrati negli Stati Uniti, che cercano di aiutare la comunità inviando denaro. Non solo Josué ha ricevuto una bicicletta nuova, ma ne è arrivata una anche per sua sorella Stefany, e il denaro raccolto è servito anche per comprare loro cibo, vestiti e scarpe nuove.

“L’impulso di volere il bene dell’altro è ciò che ti fa venire voglia di fare più cose. I frutti di tutto questo non sempre si vedono subito, ma quello che mi rimane è la speranza che queste generazioni siano più coscienti, che si prendano cura del pianeta, che studino e che si prendano cura degli altri”.

L’elenco delle cose che Eli ha promosso non finisce qui, ce ne sono molte. E anche se non si considera la vera protagonista, riconosce che trovare soluzioni ai tanti problemi della sua comunità è possibile quando la cura degli altri diventa parte di noi.

 


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