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Crisi di violenza storica in Messico: “Sinergia per la Pace” come risposta collettiva

 
 
Mexico | Pexels - Ricky Esquivel
Mexico | Pexels – Ricky Esquivel

Di Paolo Balduzzi e Juan Medeiros

La crescente violenza in Messico ha dato vita a “Sinergia per la Pace”, un’iniziativa che unisce oltre 30 organizzazioni civili e religiose per trovare soluzioni pacifiche e giuste. Hanno anche firmato un documento per promuovere nuovi orizzonti.

Il Messico affronta oggi quella che è probabilmente la peggiore crisi di violenza della sua storia contemporanea. A quasi 18 anni dal suo inizio, la gravità della crisi trascende le sfere della politica, della salute pubblica, della pubblica istruzione, dell’economia e dell’ambiente. Chi parla è Juan José Medeiros, messicano, che fa parte di una delle comunità del Movimento dei Focolari. “Nonostante il Messico stia vivendo un momento difficilissimo” –ci racconta- “non perde la sua vocazione originaria alla pace e alla fraternità”.

Mexico | Pexels - Amar Preciado
Mexico | Pexels – Amar Preciado

Il suo racconto si intreccia con le notizie che puntualmente arrivano anche dai media che confermano questa preoccupazione: ci sono zone, ad esempio al confine con gli Stati Uniti d’America, dove povertà e violenza costituiscono il “contesto naturale” in cui i ragazzi sono costretti a crescere e dove quindi si formano le nuove generazioni.

Cosa racconta la realtà di oggi del Messico?

«La realtà che viviamo oggi nel nostro Paese ci costringono a riflettere sulla dimensione culturale e sui suoi effetti sull’identità messicana. Ci chiediamo: che paese è questo che si è abituato alla morte quotidiana, alla corruzione, all’impunità e al fallimento delle sue istituzioni? Come si diventa in questa società che tollera e si rassegna alla paura, all’egoismo e all’indolenza?»

E che risposta vi siete dati?

«La risposta, anche come comunità dei Focolari, ce la stiamo dando insieme a tutta la Chiesa, le Istituzioni civili che hanno a cuore il futuro del Paese. Pensiamo che dopo una serie di omicidi nella Sierra Tarahumara nel 2022, la Conferenza Episcopale Messicana, la Conferenza dei Superiori Maggiori dei Religiosi del Messico e la Provincia messicana della Compagnia di Gesù, hanno deciso di intraprendere un processo chiamato “Dialogo Nazionale per la Pace” per individuare le piste di lavoro nella costruzione della pace, chiamando a raccolta un’ampia varietà di attori della speranza e dell’ascolto. È un inizio».

Chi sono questi “attori” e che metodo di lavoro hanno adottato?

«Sono più di 30 organizzazioni della società civile ed ecclesiale di vario tipo, che si sono incontrate da subito, quasi nelle stesse ore di quegli omicidi, per riflettere su come costruire la pace, costruita però di una consapevolezza che siamo tutti fratelli e sorelle. È nato così il Movimento “Sinergia per la Pace”, che ha alimentato il processo di dialogo per la pace, appunto, cercando di capire meglio come viene vissuta e affrontata la mancanza di pace nelle nostre comunità e dalle realtà dei vari gruppi sociali. Inoltre, la stesura collettiva di un documento apposito, invita tutti gli abitanti del Messico a lavorare a favore della pace e della giustizia: si tratta di processi e sforzi che avvengono simultaneamente in vari settori, a livello locale e nazionale».

Ci puoi raccontare un esempio di come questi sforzi stanno aiutando il Messico a ritrovare la pace?

«C’è una sezione del documento che propone un profondo cambiamento di coscienza, passando da una cultura della violenza a una cultura della cura; recuperare il valore della vita, della dignità umana e della fraternità. Propone la costruzione di nuovi orizzonti basati sulla solidarietà comunitaria e il ristabilimento di legami di fiducia e collaborazione, sia tra le persone che tra le loro Istituzioni».


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