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George e Lara, Libano: La violenza non potrà mai mettere fine all’uomo e alla forza dell’amore

 
30 Luglio 2015   |   , ,
 

La guerra in Siria ha provocato più di 6,5 milioni di profughi nel proprio paese e 3 milioni che sono fuggiti dalla loro terra per andare nei paesi vicini: Libano, Giordania, Turchia, Iraq, Egitto, Africa del nord.

Le manifestazioni e le campagne in tutto il Medio Oriente si contano a centinaia, per raccogliere fondi e beni di ogni genere e per testimoniare insieme, cristiani e musulmani, che l’unità è possibile e che le barriere politiche non potranno mai spegnere le aspirazioni degli uomini a vivere in pace tra loro. Concerti per la pace, feste di natale, serate di preghiera organizzate in Terra Santa, Giordania, Egitto, Siria e Libano, che hanno visto passare un mosaico di persone di diverse religioni, culture e livello sociale, hanno trasformato i sentimenti di paura, di odio e di vendetta in perdono, speranza e pace. Così le nostre diverse identità si sono rivelate capaci di dialogare nella più grande armonia. Questa esperienza l’avevamo già sperimentata con i nostri amici musulmani in Libano, Giordania e Algeria. Insieme condividiamo i valori umani che elevano l’uomo al più alto livello d’amore e di fraternità.

In luoghi diversi, specialmente in Giordania, non si esita ad accogliere anche nelle proprie case e con i pochi mezzi che ci sono, le famiglie irachene rifugiate, che scopriamo nostri fratelli e sorelle. Condividiamo con loro la fame, la vergogna, l’umiliazione, la perdita di persone care e ci arricchiamo dei  tesori nascosti dietro le sofferenze.

Mi hanno sempre interpellato queste parole di Gesù riportate nel Vangelo:  “…Avevo fame e voi mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato dell’acqua, ero straniero e mi avete ospitato nella vostra casa, ero nudo e mi avete dato dei vestiti, ero malato e in prigione e siete venuti a trovarmi!” Con tanti amici, abbiamo sperimentato e crediamo fermamente che la violenza non avrà l’ultima parola. Se è capace di distruggere le città e di uccidere le persone, non potrà mai mettere fine all’uomo e alla forza dell’amore che abita in Lui. Davanti all’odio, come  dice Chiara Lubich, un atto d‘amore è capace di fermare la mano di un terrorista.

GEORGE:

Degli esempi dalla Siria, fra tanti altri, ci hanno riconfermato che l’amore vince tutto, anche là dove sembra impossibile.

È il caso di una famiglia siriana che ha perso due dei suoi figli di 3 e 9 anni. Erano contenti di poter giocare finalmente all’aria aperta sul balcone, approfittando di un cosiddetto cessate il fuoco, quando un missile ha colpito i loro corpi. Davanti al dramma e al dolore dei loro genitori, l‘amore presente nella comunità dei focolari, e la condivisione nel quotidiano di questa sofferenza, tentano di sanare questa profonda ferita e di ridare senso alla loro esistenza.

Un altro fatto drammatico è accaduto a uomo sposato in attesa di un bambino, che con il suo fratello si è proposto come volontario per assicurare la sicurezza dei loro quartieri, abbandonati ai malfattori. I gruppi armati scontenti della loro presenza, li hanno rapiti per due mesi prima di renderli alle loro famiglie, morti, tagliati a pezzi. Ancora una volta l’amore della comunità cristiana vivente attorno a queste famiglie ha potuto offrire un po’ di consolazione. Queste stesse persone dicono che la forza dell‘amore li aiuta ad accettare questo tragico dolore e a superare pian piano i loro drammi.

Uno dei nostri amici che ci voleva raggiungere, è stato fermato al confine e si è trovato per errore nell’oscurità della prigione. Avendo come unica arma la preghiera e la fiducia in Dio, ha deciso di mettere da parte la sua pena, per offrire agli altri prigionieri un sorriso, un ascolto, un consiglio, e anche i pochi alimenti che aveva. Voleva testimoniare l’amore di Dio in questo luogo cosi oscuro. Davanti al suo atteggiamento sorprendente, gli altri prigionieri si sono messi a loro volta in questa disposizione d’amore e di aiuto reciproco. Ed ecco che alcuni giorni dopo lui esce di prigione dopo che le autorità riconoscono che ci è entrato per sbaglio. Un fatto del tutto eccezionale nella situazione che viviamo.


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