Workshop
L’abbiamo vista con un sorriso “grande così” per tutto il tempo
Di Joanna Saikali.
Dal mercato contadino ai pasti per chi è in necessità.
Lo scorso giugno ho avuto l’opportunità di partecipare alla Settimana Mondo Unito 2019, dal titolo “No One in Need”. Mentre l’evento di per sé è stato fantastico, la grande domanda è sempre la stessa: come posso viverlo a casa mia?
Celsea Tibbitt, un’altra giovane dei Focolari, che conosco da quando eravamo bambine, ha dato la risposta a questa mia domanda. Sapevo che aveva preso l’iniziativa di preparare ogni fine settimana dei pasti ad alto contenuto calorico per i senzatetto di Boston. Era sempre alla ricerca di donazioni e di volontari per aiutarla. Ero davvero entusiasta all’idea di poter partecipare all’appuntamento successivo!
Arrivando nel suo appartamento, sono stata immediatamente ispirata nel vedere con i miei occhi in cosa consistesse il “mercato condiviso”. Celsea aveva acquistato dei prodotti freschi al mercato contadino e in cucina una quindicina di sue amiche erano intente a tagliare verdure, cuocere torte e confezionare il cibo nei vassoi. Era un lavoro di squadra in cui la dedizione e la passione erano contagiose. Nonostante il devastante trambusto che avevamo creato nel suo appartamento, Celsea ha mantenuto un sorriso “grande così” per tutto il tempo. Ha veramente messo in pratica il motto: “Vivi per dare“.
Non sono riuscita ad unirmi al gruppo per distribuire il cibo quella settimana, ma la settimana seguente sono tornata con una mia amica. Insieme abbiamo preparato e confezionato 200 “burritos” vegetali. Ad un certo punto, qualcuno ha detto che era il compleanno di Celsea. È stato così bello vedere la gioia di Celsea nel dedicare ben sei ore a preparare e distribuire cibo per le persone in necessità proprio il giorno del suo compleanno.
Siamo andati in macchina fino a una strada vicino ad una casa d’accoglienza, e sono rimasta scioccata: non immaginavo che esistesse un intero vicolo dove centinaia di senzatetto si riuniscono e passano la notte. Ci siamo accostate, abbiamo tirato fuori le scatole con i pasti e abbiamo aspettato che si avvicinassero.
Ognuno di loro ha espresso un’estrema gratitudine nei nostri confronti, e molti sono tornati solo per dirci che il burrito era delizioso! Ci facevano un sacco di domande. Chi siamo? Perché facciamo questo? Alcuni avevano voglia di parlare con noi, altri soltanto di prendersi qualcosa da mangiare e andarsene per la propria strada. Non sono molto diversi da noi, dopotutto, e mi sono sentita rinnovata dai rapporti umani.
Mi ero detta molte volte che preferivo dar da mangiare alle persone senza fissa dimora piuttosto che dare loro del denaro, però mi sono resa conto che, per molto tempo, non avevo fatto nessuna delle due cose. C’è sempre un modo per aiutare, e si può benissimo iniziare nella propria cucina: abbiamo preparato del cibo sano al costo di appena 1-2 dollari a pasto.
Per approfondire, leggi: “The angel on Methadone Mile“.
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