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Lucca: piccoli cittadini italiani crescono

 
14 Dicembre 2017   |   , ,
 

Un’amica del United World Project che vive a Lucca, in Italia, ci ha segnalato un’iniziativa promossa nel suo Comune dal 2013, in occasione della Giornata per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza: il riconoscimento della cittadinanza simbolica ai minori nati in Italia da genitori stranieri e residenti nel Comune di Lucca. La raccontiamo attraverso un’intervista al sindaco di Lucca: Alessandro Tambellini.

«Per noi, questo riconoscimento è il simbolo dell’accoglienza di una comunità. È far sentire queste persone parte di una cittadinanza che li accoglie, cui appartengono a pieno titolo» racconta Alessandro Tambellini, sindaco di LuccaÈ dal 2013 che l’amministrazione comunale lucchese riconosce la cittadinanza simbolica ai minori nati in Italia da genitori stranieri e residenti nel Comune di Lucca ma non in possesso della cittadinanza italiana e a quei minori che, pur non essendo nati in Italia, vi vivono da almeno due anni, e sono iscritti a un percorso educativo, scolastico o formativo. Quest’anno, l’hanno ricevuta in 38. Tra di loro, bimbi originari di ogni continente, dalle Americhe all’Asia, dall’Africa all’Europa: «Infatti, tra i nuovi cittadini ci sono anche bambini d’origine rumena e inglese» spiega il sindaco.

La cerimonia si svolge ogni anno nella sala del consiglio comunale di palazzo Santini, in occasione della Giornata Mondiale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

«Il segno è semplice: ricevono da me una coccarda tricolore e una pergamena. È il sindaco che rappresenta l’intera comunità, a includerli, ad accoglierli. È come dire: d’ora in poi, ritenetevi lucchesi e italiani».

L’iniziativa del Comune di Lucca è nata anche grazie al lavoro dell’allora consigliere Alessandro Bertolucci e dopo l’approvazione in sede di consiglio comunale di uno specifico regolamento attuativo per il conferimento della cittadinanza italiana simbolica.

«Alessandro Bertolucci, che purtroppo è scomparso, e che era persona di alti principi e aveva una visione di come va la storia, sognava un futuro d’integrazione. E sperava che questo atto simbolico di inclusione fosse anche di stimolo per il nostro Parlamento», ricorda il sindaco.

“Stimolo” perché il Parlamento Italiano riformi l’attuale legge sulla cittadinanza (n°91/1992), basata sullo ius sanguinis (dal latino, “diritto di sangue”) in modo che chi cresce e si forma nel Bel Paese non sia più considerato “straniero in Italia”.

«Noi speriamo che l’anno prossimo non ci sia più bisogno di conferire la cittadinanza italiana simbolica,» conclude il sindaco «ma che ci ritroveremo per dare quella vera! Intanto, continuiamo il nostro percorso che è anche educativo: uno spazio di riflessione e di ragionamento collettivo, perché la capacità di accogliere non è innata, bisogna imparare ad accogliere l’altro, per diventare comunità condivisa, di cui tutti facciano parte».


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