Workshop
Maria Elizabeth, Felipe e la macchina Braille
La pandemia da Coronavirus ha portato tanti cambiamenti e sfide: distanziamento sociale, smart working, la didattica online, la necessità di trascorrere tanto tempo in casa. Sono stati solo alcuni degli effetti delle misure protettive che gran parte della popolazione mondiale ha iniziato ad adottare per proteggersi dal COVID 19. Certamente, riadattarsi alla nuova routine di studio o lavoro non è stato facile, ma grazie ai software, alle applicazioni e ai molti mezzi di comunicazione virtuale è stato possibile non interrompere tante delle nostre attività quotidiane.
E le persone con disabilità, come i sordi o i ciechi, che dipendono dall’accessibilità per lavorare e studiare, come hanno fatto? Come si può immaginare, la loro sfida è stata ancora più grande, perché molte delle tecnologie che usiamo quotidianamente, come quelle per lo studio o il lavoro a distanza, non sono ancora accessibili.
Ed è su questo tema che Luísa Rodrigues ci fa riflettere, nella sua video intervista a Maria Elizabeth, insegnante e guida-interprete per ciechi o sordo ciechi, di Maringá, in Brasile. Maria Elizabeth ci racconta le sfide che la Pandemia ha portato alle persone con disabilità. In particolare, l’esperienza di solidarietà fatta con uno dei suoi studenti sordo ciechi, Felipe, di 14 anni che, dal 2018, non può più leggere e scrivere a causa di una sindrome neurodegenerativa.