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Narratori a sostegno delle donne iraniane. Il potere salvifico della parola
Il 2022 non è stato un anno facile per parlare di pace e diritti umani. Abbiamo visto intere città bombardate, come nel caso dell’Ucraina, ma abbiamo visto anche popolazioni aggredite ingiustamente dai propri dirigenti, per tentare di definire ciò che accade in Iran.
Qui sul sito di United World Project, nel corso degli anni, abbiamo raccontato alcune iniziative nate dal dolore e dalle ferite che cercano di costruire ponti di fraternità. A queste se ne aggiunge un’altra, che trae ispirazione dal potere della parola.
Per capire meglio di cosa si tratta, torniamo a settembre di quest’anno. Mahsa Amini era una giovane iraniana di 22 anni. È stata arrestata a Teheran dalla “Polizia morale” il 13 settembre. Il motivo: indossava “male” l’hijab. La giovane è stata condotta in una stazione di polizia, dove è poi deceduta.
La sua morte ha causato l’indignazione di migliaia di persone non solo in Iran, ma anche nel resto del mondo. Molte donne in Iran hanno scelto di protestare gettando e bruciando i propri hijab. A queste proteste si sono uniti anche degli uomini iraniani; il governo, però, ha risposto con ancora più ferocia, condannando molti di loro all’impiccagione.
Nel mondo, molte donne hanno adottato l’antica tradizione curda di tagliare i capelli per esprimere il lutto, trasformandola in un segno di rivolta e di sostegno alle donne iraniane.
E in questo contesto è nata anche un’iniziativa che cerca di accogliere e dare valore al potere della parola. Si tratta di una maratona di lettura organizzata dai giovani di The Economy of Francesco.
“Sentiamo il dovere di essere al fianco delle donne iraniane che lottano per la propria libertà e di tutti i giovani che cercano – rischiando la vita – di costruire un futuro migliore”, hanno dichiarato i giovani in un comunicato. “Lo faremo con le parole, per mettere in risalto il potere ‘salvifico’ della parola, il diritto all’espressione e alla protesta”.
E hanno fatto proprio così. Si sono dati appuntamento il 7 dicembre, data in cui in Iran si celebra la Giornata dello Studente. La maratona è partita alle 7 del mattino (ora dell’Europa centrale). Ogni 30 minuti, una persona diversa ha letto un racconto o un brano di uno dei racconti delle Mille e una notte, libro che non è stato scelto a caso.
Esso inizia con la storia del re Shahriyar, che, tradito dalla moglie, decide di sposarsi ogni giorno con una donna diversa, per poi ucciderla. Avviene così finché Shahrazad, figlia del visir, escogita una soluzione con l’aiuto della sorella Dinarzad: intrattenere il re ogni notte raccontandogli una nuova storia e rimandando la fine del racconto alla notte seguente. L’esperimento funziona e, alla fine dei “mille” racconti, il re dimentica il suo odio per le donne.
I racconti, la narrazione, divennero un luogo sicuro per quelle donne. E oggi, undici secoli dopo la stesura del libro, la storia ne recupera le pagine per accogliervi il dolore delle donne persiane e per ricordare che la parola della donna è vita, è saggezza ed è comunità.
Da Italia, Portogallo, Germania, Costa d’Avorio, Norvegia, Guatemala, Messico, Perù, Argentina e Filippine fino proprio alla terra mediorientale, passando per l’Iraq, l’Afghanistan, il Pakistan e la Siria, i giovani di The Economy of Francesco si sono passati il testimone leggendo, narrando, raccontando e lasciando un segno nella storia.
L’alba è spuntata, – disse Shahrazad. Quella che rimane è la parte più bella del racconto”. Il sultano, deciso ad ascoltarne la fine, lasciò Shahrazad ancora in vita per quel giorno…
Le mille e una notte