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Workshop

#PillsofHope: luci made in USA

 
22 Aprile 2020   |   Stati Uniti, Coronavirus, Pills of Hope
 
Da Maddalena Maltese

Che cosa si vive a New York nell’epoca del Covid-19? Nell’attesa della Settimana Mondo Unito, vogliamo continuare ad amplificare la speranza, il “rumore” della foresta che cresce con le nostre #PillsOfHope. Queste ce le racconta Maddalena Maltese, giornalista italiana che vive ormai da qualche anno nella Grande Mela.

Anche oggi alle sette di sera ci ritroviamo fuori casa ad applaudire, a fischiare, ad urlare: «Thank you» – Grazie. Così, da 31 giorni, così da quando il Covid-19 ha trasformato New York, la città che non dorme mai, in un grande set dalle luci spente e dalle piazze vuote.

Alle sette però si esce insieme per celebrare un rito che è liberatorio e comunitario: esprimere la gratitudine e la vicinanza a medici, infermieri, agenti, autisti, impiegati dei supermarket, a tutti coloro che non si fermano perché indispensabili ai servizi essenziali.

Nel weekend Yvette, Paul e altri ingegneri ed informatici hanno viaggiato, anche dal New Jersey, per raggiungere la Boyce company per montare ventilatori. Ne servono tremila in brevissimo tempo. L’azienda ha lanciato un appello e in tantissimi vi hanno risposto gratuitamente perché, le beghe politiche qui non hanno voce. In questa catena di montaggio a distanza, e con le mascherine, si risponde solo all’appello di chi salva vite e non voti.

Lo stanno facendo in silenzio anche i circa mille volontari di Invisible hands, un’associazione nata in tempo di Covid, che consegna la spesa a domicilio per chi non riesce ad uscire di casa.

Lo ha fatto mercoledì l’attore e produttore Tyler Perry che ha pagato la spesa di tutti gli anziani che nell’ora mattutina dedicata al loro shopping si sono recati in 73 supermarket tra Atlanta e New Orleans.

Anche oggi, maestri e bidelli di 400 scuole di New York consegneranno i pasti al sacco ai loro alunni, molti dei quali si ritrovano con genitori disoccupati dopo un lockdown che ha azzerato le risorse delle fasce più deboli, impiegate come lavapiatti, camerieri, addetti alle pulizie.

Con 75 milioni di dollari, poi, sono scesi in campo i filantropi, da Bloomberg alla Fondazione Ford a Rockefeller, per offrire sovvenzioni e prestiti senza interessi a organizzazioni non profit di piccole e medie dimensioni, per compensare le perdite delle pandemia.

E anche il Ceo di Twitter, Jack Dorsey, ha donato un miliardo di dollari ad associazioni caritative e ad un fondo per la cura del Covid-19. Sono queste le nuove luci made in USA.

 


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