United World Project

Workshop

Speranza o Utopia? La civiltà dell’Amore

 
18 Novembre 2014   |   , ,
 

Intervento del dott. Ferreira (al minuto 1.35.40, Francese)

Il convegno era organizzato dal Centro Cattolico di Studi di Ginevra (CCEC) e dall’Associazione internazionale per l’insegnamento sociale cristiano (AIESC), in collaborazione con la Santa Sede ed il Forum delle ONG d’ispirazione cattolica a Ginevra, di cui New Humanity è parte. Presente tra gli altri anche il dott. Jean Ziegler, membro del Comitato consultivo del Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite.

Pubblichiamo di seguito la traduzione italiana dell’intervento del dott. Jorge M. Dias Ferreira, principale rappresentante di New Humanity a Ginevra.

“Ritengo che già negli anni Sessanta Papa Paolo VI ci metteva in guardia da certe correnti filosofiche che propugnavano la morte di Dio, sostenendo che inevitabilmente ciò avrebbe avuto come conseguenza la morte dell’uomo. Ritengo che vi siamo in pieno. É quanto anche voi avete sostenuto e vi ringrazio per aver parlato in questi termini.
In luogo di una visione integrale della persona umana, nella quale ogni dimensione – anche quella spirituale – viene rispettata, a
ssistiamo oggi alla “reificazione” dell’esse umano. Abbiamo allora la persona vista come un oggetto. Un oggetto sessule – com’è evidente – un oggetto utilizzato a fini commerciali, un oggetto che serve da trampolino di lancio per la sopraffazione altrui ed anche, peggio di tutto ciò, un’arma. Un’arma che viene anche utilizzata in casi concreti, come ad esempio in casi di divorzio. Solo che l’altro ieri ero ad esempio con un bambino che diceva a suo padre: ‘papà, tu dici una cosa, la mamma dice il contrario,..come sapere chi dice la verità?’ Pariamo di un bambino di cinque anni che si trovava di fronte ad un tale dilemma.
I bambini e i giovani di oggi si confrontano dunque con modelli e pseudo-valori che propongono: avere tutto, subito, compiendo il minimo sforzo per ottenere il massimo piacere. Ritengo che ciò non sia più una questione di religione, ma sia una questione di sopravvivenza dell’umanità che riguarda l’insieme degli attori della società.
La mia domanda è pertanto: come reagire? Possiamo continuare ad assistere ad un tale spettacolo a braccia conserte, senza agire con una profonda unità, pur rispettando le diverse correnti e le diversità di ciascuno? Grazie.”

Fonte: www.new-humanity.org


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