Workshop
Una scopa per spazzare via la sofferenza
Si legge sul loro sito:
Povertà, isolamento, abusi, malattia, ingiustizia, persone senza fissa dimora. Tutti vediamo l’acuirsi dell’iniquità intorno a noi e l’impatto devastante che questa ha nella vita delle persone. Molti di noi vorrebbero fare qualcosa, ma spesso non sanno “cosa”. The Besom esiste per aiutarti a fare la differenza nelle vite degli altri.
The Besom è stata fondata nel 1987 da James Odgers, un giovane londinese che, dopo un’esperienza ad Hong Kong con persone dipendenti da eroina, si rese conto del grande gap esistente tra coloro che “hanno” e potenzialmente potrebbero “dare”, e chi, invece si trova in condizioni di bisogno. Fu nel volo di ritorno da quel mondo che James scrisse il progetto di The Besom: la fondazione avrebbe fatto da ponte tra coloro che desiderano donare denaro, tempo, conoscenze o cose, e coloro che sono nel bisogno.
L’avventura di The Besom, cominciata nel seminterrato dell’appartamento londinese di James, oggi conta 30 diverse realtà distribuite sul suolo del Regno Unito e tantissimi volontari.
Clive Phillips è uno di loro, un pensionato che ha lavorato per il Ministero della Difesa inglese fino al 2009. Vive nel sud dell’Inghilterra, nel West Sussex, a Horsham. E qui, collabora con il Besom locale. Ci spiega: «Il senso di ogni Besom è che ognuno – che abbia tre o ottanta anni, che lavori full time o part time, che sia uno studente o una casalinga – può partecipare donando il proprio tempo, il denaro, le cose, il proprio sapere per aiutare chi è veramente nel bisogno, e fare la differenza anche nel lungo periodo delle loro vite».
Clive è una fonte inesauribile di storie di vite “rinate”. Come, per esempio, quella di Laura:«Alcuni mesi fa abbiamo portato un letto matrimoniale, un tavolo e due sedie, un divano, una TV e un cavallo a dondolo a Laura, la madre single di una bambina di due anni che, per una malattia, stava subendo frequenti ricoveri in ospedale. Laura era così contenta e grata di poter dormire finalmente in un letto comodo e di non dover più pranzare in piedi sul bancone della cucina, o seduta sul letto!».
Oppure, la storia di Yussuf, un uomo musulmano di Guildford, che aveva ricevuto un appartamento a Vaughan House, un rifugio per i senzatetto: «L’appartamento era quasi vuoto. Dormiva su un tappeto, sul pavimento in cemento, e non aveva tende o un fornello per cucinare i suoi pasti. Nell’arco di quindici giorni, siamo riusciti a portargli un letto matrimoniale, un divano, un forno a microonde, stoviglie, un bidone da cucina, una sedia, un armadio, un lettore DVD e una scatola piena di generi alimentari. A dire il vero, ci è voluto un po’ di tempo, perché non riuscivamo a trovare un modo per trasportare l’armadio sui due piani di scale… Ma alla fine ce l’abbiamo fatta e Yussuf era davvero felice!».
Insomma, davvero The Besom spazza via la povertà.